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VINCENZO CECCARELLI

VINCENZO CECCARELLI

Piano Nazionale Ripresa, “La Toscana c’è con idee e progetti”

Il capogruppo Pd Ceccarelli spiega la risoluzione approvata dal Consiglio regionale su proposta dei consiglieri Dem

 

Una risoluzione ricca di spunti programmatici e indicazioni politiche per giocare un ruolo di primo piano all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Un documento proposto dal gruppo Pd e approvato oggi in aula dal Consiglio regionale.

«La giunta toscana – spiega il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli – ha redatto un documento contenente il contributo della Regione alla formazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta di un ambizioso piano di rilancio e riposizionamento della Toscana, determinante per il futuro della regione e dei toscani nei prossimi anni, un documento che individua ben 53 progettualità all’interno delle 6 missioni individuate dalle linee guida del Piano. Abbiamo quindi voluto dare il nostro contributo, sia sugli indirizzi generali che sugli aspetti particolari dei progetti che saranno messi in campo, impegnano il Consiglio con un voto, indicando le priorità da dare agli interventi necessari per costruire una Toscana più forte, accorciando le distanze tra la costa, l’area centrale e le aree interne, rimuovendo gli ostacoli infrastrutturali e abbattendo il divario tecnologico. Si tratta, quindi, anche di un’occasione preziosa per ricucire le cosiddette tre Toscane.

Un primo impegno che abbiamo chiesto alla giunta nella risoluzione approvata – prosegue Ceccarelli – riguarda una forte sollecitazione nei confronti del governo nazionale per il riconoscimento del valore aggiunto delle istituzioni regionali nel definire l’agenda della ripresa dalla crisi sociale ed economica generata dalla pandemia Covid-19.».

«Per quanto riguarda gli aspetti specifici della risoluzione da noi proposta – dice ancora Ceccarelli – , abbiamo voluto sottolineare diversi punti, anche in vista dei successivi contributi che la Regione Toscana darà al Piano nazionale: dalla trasformazione digitale delle imprese alla transazione ecologica, dalle infrastrutture e la mobilità all’istruzione, la formazione e la ricerca; come pure le politiche per l’equità sociale, con particolare riferimento alle aree interne della nostra regione, per arrivare al cuore della progettualità sui temi della politiche socio-sanitarie. Si tratta certamente – conclude Ceccarelli – di un’opportunità storica che non possiamo e non vogliamo perdere».

 

 

 

Eccone una sintesi.

Sui temi della digitalizzazione, l’innovazione e competitività del sistema produttivo: porre massima centralità al tema del sostegno agli investimenti e alla trasformazione digitale delle imprese, proseguire con la massima celerità, nel completamento del piano BUL, estendendo l’infrastruttura pubblica di telecomunicazioni in banda ultra larga, e nello sviluppo delle reti 5G (necessario per favorire l’ “internet delle cose”) in tutto il territorio regionale.

Per quanto attiene  agli aspetti concernenti la transizione ecologica: porre particolare accento anche alla definizione di progetti e alla realizzazione di interventi per rendere fruibili e pienamente accessibili parchi e aree naturali, prevedere, assieme alle azioni di messa in sicurezza sismica degli immobili pubblici, anche la possibilità di incentivare la messa in sicurezza degli edifici privati, con particolare riferimento alle zone ad elevata classificazione sismica, così come avvenuto negli anni passati in maniera fruttuosa; inserire tra i temi prioritari, da sottoporre al Governo, quello della transizione ecologica dei grandi plessi industriali e quello del trattamento dei rifiuti e dell’ammodernamento degli impianti di depurazione e scarico delle zone industriali al fine di assicurare la compatibilità tra ambientalismo e impresa nel territorio toscano, co,e pure la necessità di porre maggiore attenzione alla sicurezza del territorio, con particolare riferimento alle aree con notevole rischio idrogeologico.

Per quanto concerne le infrastrutture e le politiche sulla mobilità:  prevedere la costituzione di un’Agenzia per la progettazione e di un fondo specifico per sostenere lo sviluppo della capacità progettuale della Regione, soprattutto in relazione alla progettazione delle infrastrutture stradali di competenza regionale.

Prevedere misure per lo sviluppo della rete regionale delle ciclovie e delle vie e dei cammini della Toscana. Sostenere con forza il rinnovo dei mezzi del trasporto pubblico locale, rafforzando gli investimenti in nuovi mezzi pubblici, possibilmente sostenibili (bus elettrici e treni a idrogeno, questi ultimi da considerare come nuova frontiera tecnologica per le linee non elettrificate) e porre particolare attenzione all’ammodernamento delle linee ferroviarie minori della Toscana.

Per quanto attiene ai temi dell’istruzione, della formazione e della ricerca:

prevedere linee specifiche di finanziamento per l’abbattimento delle barriere architettoniche, sostenere con forza i processi di digitalizzazione scolastica; prevedere, all’interno delle misure individuate per il sostegno alla ricerca, azioni tese a favorire il finanziamento e co-finanziamento di borse di dottorato, assegni di ricerca e posizioni di collaborazione stabile tra mondo universitario e pubblico.

Per quanto concerne i temi dell’equità sociale, di genere e territoriale: creare i presupposti per la costituzione di un progetto autonomo dedicato alla ripresa e alla resilienza delle aree interne, ovvero di quelle zone rurali, insulari e montane che necessitano di investimenti per garantire uno sviluppo omogeneo a livello regionale e ridurre le disparità territoriali in termini di reddito, occupazione, dotazione di servizi. Il tutto in coerenza e ad integrazione di quanto previsto dalla strategia nazionale per le aree interne; la possibilità di sostenere investimenti in edilizia scolastica dedicata a nuovi asili nido, o comunque per la fascia 0-6, anche attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente e continuare ad incentivare l’autonomia abitativa di singoli o coppie.

Per quanto riguarda, infine, le politiche socio-sanitarie: ribadire in ogni sede utile il fatto che la pandemia di Covid-19 abbia messo ancora più in risalto l’assoluta centralità di un sistema sanitario nazionale pubblico di qualità, e quindi la necessità che il PNRR preveda un grande progetto di riforma e di investimenti per la sanità, in quanto solamente una sanità pubblica organizzata, territoriale, proiettata alla ricerca e di qualità potrà proteggere il cittadino anche da possibili future minacce epidemiologiche. E’ necessario quindi che il Governo preveda maggiori risorse agli aspetti connessi alle tematiche sanitarie, rispetto a quelli attualmente previsti dal PNRR. Considerare prioritari gli investimenti nelle tecnologie che consentono di implementare la digitalizzazione del sistema sanitario pubblico e rafforzare tutti quei progetti e quelle misure volte a rimarcare il concetto di integrazione  socio sanitaria e soprattutto l’approccio al concetto di salute, affinché si agisca con politiche integrate capaci di intervenire sui molteplici fattori determinanti in modo da tutelare appieno la salute dei cittadini. Ribadire la centralità del sistema delle Società della Salute – che va rafforzato e finanziato –  quale luogo adeguato per la discussione e implementazione a livello locale delle politiche socio-sanitarie; inserire tra gli aspetti prioritari  il tema del potenziamento e valorizzazione del personale sanitario, proseguire nel considerare prioritarie tutte quelle misure volte a contribuire alla digitalizzazione dell’assistenza medica ai cittadini mediante dispositivi elettronici per l’accesso ai servizi di telemedicina e teleassistenza. Porre particolare attenzione al potenziamento della sanità territoriale, con particolare riferimento alle cronicità, all’implementazione delle case della salute, al ripensamento della continuità assistenziale, anche attraverso l’integrazione tra professionalità, tenendo conto degli obiettivi di: 1 medico di medicina generale ogni 1500 abitanti, 1 infermiere comunità 1 ogni 1000, 1 assistente sociale 1 ogni 3000. Porre poi particolare attenzione al tema degli investimenti per gli ospedali minori situati nelle aree periferiche, montane o insulari, sostenere con forza il progetto di ricerca in materia di salute, prevedendo la creazione di reti tra soggetti pubblici e privati, come è il caso di alcune realtà già presenti in Toscana (quale, ad esempio, Toscana Life Sciences), da implementare e rafforzare anche in futuro; prevedere, infine, un rafforzamento degli interventi dedicati al tema della non autosufficienza.

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