Marmo, Ceccarelli (Pd): “Siamo vicini ai lavoratori”
Iniziativa del Gruppo Pd per chiedere al Parlamento di riprendere la Pdl proposta nella passata legislatura e riportare al patrimonio pubblico anche le cave oggi considerare private.
«Domani sarò a Carrara, assieme ad altri consiglieri del nostro gruppo, per partecipare all’iniziativa indetta dai sindacati, per testimoniare la sorpresa e lo sdegno per le parole pronunciate da uno degli industriali del marmo carrarese, su temi prioritari quali sono quelli del lavoro e in particolare della sicurezza».
Con queste parole, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli annuncia l’adesione del Gruppo all’iniziativa di protesta indetta dai sindacati, dopo le vicende che hanno seguito la messa in onda dell’inchiesta di Report sulla questione dell’estrazione del marmo nel distretto delle Apuane.
“Nella precedente legislatura – prosegue Ceccarelli – da assessore mi sono impegnato in prima persona per affrontare con una legge un tema delicato e strategico per il territorio che da secoli trae sviluppo dalla estrazione del marmo, pagando però un prezzo alto in termini di vite umane ed ambientali. Con la legge 35 del 2015 abbiamo riordinato la materia a livello regionale, con una attenzione particolare all’area apuana e abbiamo dato compiutezza al lavoro avviato dalla Regione per garantire che fosse tutelata al meglio la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ascoltare le parole pronunciate da uno degli imprenditori che da questo settore traggono utili impensabili in tutti gli altri settori dell’economia regionale e la leggerezza con cui si affronta un tema che è prioritario per migliaia di lavoratori, lascia sorpresi e allibiti. Voglio cogliere l’occasione – conclude Ceccarelli – per confermare la massima attenzione e la volontà del gruppo Pd di proseguire nell’impegno per garantire al settore marmifero uno sviluppo che sia prima di tutto compatibile con la sicurezza dei lavoratori e con la tutela dell’ambiente. Siamo anche convinti che tutte le cave debbano essere considerate patrimonio pubblico e in questo senso, sarà promosso un atto per chiedere al Parlamento di riprendere la proposta di legge da noi avanzata nella passata legislatura per regolare la questione che attiene ai cosiddetti beni estimati, dopo che la Corte costituzionale con la sentenza 20 settembre 2016, n. 228, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del comma 2 dell’articolo 32 della nostra legge regionale, poiché l’individuazione della natura pubblica o privata dei beni appartiene all’“ordinamento civile” ovvero alla competenza statale».