Variante Corsalone, Ceccarelli e De Robertis replicano a FdI e ricostruiscono la vicenda
«Veneri e Capecchi invece di inveire contro la Regione per i finanziamenti che non arriveranno per la variante del Corsalone, si interroghino seriamente sulle responsabilità di quanto è accaduto, cioè su una vicenda che non può essere liquidata semplicisticamente e strumentalmente dando la colpa a chi è stato obbligato a cambiare il progetto».
Lo dicono Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd in Consiglio regionale e Lucia De Robertis, presidente della commissione Territorio e ambiente, replicando a una nota dei consiglieri di Fratelli d’Italia Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi.
«Se non potremmo più utilizzare i finanziamenti europei – spiegano Ceccarelli e De Robertis – dobbiamo ringraziare coloro che in questi anni non hanno lavorato per il dissequestro dell’area dell’ex cementificio, cioè la proprietà e il Comune che, dopo aver emesso un’ordinanza non eseguita, poteva esercitare i poteri sostitutivi. Il mancato dissequestro, come è noto, ha impedito l’attuazione del progetto originario di variante, costringendo la Regione a optare per una soluzione di ripiego, con un progetto suddiviso tra rotatoria del Pollino e resto del tracciato. La riprova è nel fatto che i lavori della rotatoria, che non insiste sull’area ex Sacci, sono già iniziati, mentre per il restante tracciato si è stati costretti a prevedere un’altra soluzione, che comporta una minima e parziale interferenza con un capannone di legno di un’azienda. Azienda con la quale sembrava si fosse trovato anche un accordo dopo il sopralluogo dell’assessore regionale Baccelli.
Ora la Regione ha dovuto prendere atto del Decreto Legge 50, che riconosce aumenti di prezzi molti elevati, cioè circa 9 milioni per la variante del Corsalone, e ha dovuto definanziare gli interventi più problematici mandano avanti il resto per non perdere tutti i fondi, annunciando che farà fronte agli aumenti con risorse proprie. Noi vigileremo e ci adopereremo affinché questo obiettivo vada in porto. Ma in questi mesi crediamo sarebbe logico lavorare per portare a casa il dissequestro dell’ex cementificio e tornare al progetto originario, cosa che eviterebbe l’interferenza con il capannone dell’azienda e consentirebbe la demolizione di parte dell’ex cementificio. Se questo non sarà possibile, ottenuta la copertura economica con fondi regionali, il progetto potrà andare avanti come rimodulato. Sull’intera vicenda – concludono Ceccarelli e De Robertis – stiamo predisponendo un’interrogazione per chiarire ulteriormente il quadro».